AFFABULANDO

AFFABULANDO

Seminario di tecnica di narrazione orale condotto da
Pierpaolo Palladino

27 e 28 febbraio – 5 e 6 marzo 2016

Gli uomini da sempre raccontano le storie.
La nalità del raccontare le proprie esperienze o quelle di altri serve a ciascuno di noi per comunicare e tener viva la propria memoria e con essa la propria identità. Permette di esprimerci e di ascoltare. Ci fa sentire vivi.
Chi racconta non ha la necessità di un testo scritto, il teatro in questo caso viene dopo, è un passo successivo nella voglia di raccontare.

Se si raccontano i fatti della giornata siamo spinti dall'emozione che quei fatti ci hanno fatto vivere, esprimiamo a caldo quello che abbiamo vissuto o subito, ne siamo testimoni diretti. Se ricordiamo qualcosa che ci è accaduto molto tempo addietro possiamo essere ancora emozionati nel ricordo, ne siamo testimoni diretti se quel ricordo ci coinvolgeva o indiretti se coinvolgeva qualcun altro, ma comunque quel ricordo è ancora vivo in noi, ci emoziona e ci fa ri ettere. Per questo ci interessa raccontarlo.

Ma anche quando raccontiamo favole o leggende che a nostra volta abbiamo imparato o letto stiamo compiendo il rito più antico del mondo, il racconto orale, perché quello che raccontiamo appartiene sia alla nostra memoria che a quella di chi ci sta di fronte, purché proponga miti comuni a chi narra e a chi ascolta. Il racconto orale, ascoltato e poi riferito, ci mette in comunione con gli altri.
In ogni caso, raccontare ci conforta e ci riscalda come forse avveniva un tempo al sicuro della grotta. Fuori c'era la giungla, dentro c'era il fuoco che riscaldava e i racconti ci aiutavano a vincere il buio della notte.
Raccontare dunque è condividere qualcosa: dalla favola (che ognuno può variare purché rispetti il senso della favola stessa che ne permette il riconoscimento), alla scoperta della nostra storia collettiva...
la grotta, la casa, la famiglia, il lavoro: il racconto è un'avventura che diventa mito e intreccio, e il protagonista un eroe di cui raccontare il viaggio; esistono tanti viaggi diversi,! ma comune può essere la strategia per raccontarli...

Elementi teorici

Il principio dell'evocazione.
Il racconto come drammaturgia e i personaggi in azione all'interno del racconto.
Il narratore interno e il narratore esterno.
Breve panoramica con uso di DVD dei diversi narratori della scena italiana. Il teatro di impegno civile. La tradizione favolistica orale. L'importanza dell'ascolto.
L'obbligo della narrazione: la prima istanza del narratore non è l'immedesimazione, ma la storia da raccontare.
L'alleanza e la complicità con chi ascolta (pubblico): la menzogna e l'ironia drammatica.
L'importanza centrale delle immagini nella narrazione e dei personaggi interni all'azione narrata.
La coerenza narrativa e necessità della sintesi.
L'uso della narrazione per le tecniche di vendita e per la tecnica retorica in politica.
L'arco di trasformazione del personaggio nell'ambito del suo viaggio eroico.

Esercitazioni pratiche

Le esercitazioni pratiche si baseranno sul progressivo allenamento all'a abulazione, sia partendo da una reinvenzione della propria autobiogra a che tramite un racconto originale. Ci si eserciterà a raccontare in modo avvincente il plot di un romanzo o di un lm, si analizzeranno le strutture narrative e la mitopoietica di alcune delle favole più note, esercitandosi a reinventarle e narrarle in forma originale. Ci si eserciterà nella tecnica del racconto breve (barzelletta) e del racconto lungo e sul narrare a propria volta le storie ascoltate dai compagni e restituite al gruppo in forma e stile originale.

 

Per ulteriori informazioni contattare direttamente Spinaceto Cultura
 
Orari segreteria: dal lun al ven dalle 15.00 alle 19.00

Tel 06.507.30.74

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Via Carlo Avolio 60, Roma – Spinaceto

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