Bocciato il piano rom del Cdm la sentenza del Consiglio di Stato

 

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La decisione del 16 novembre, a tre anni dall'emanazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Accolti i ricorsi dell'associazione per la difesa dei diritti dei rom.

A distanza di tre anni dall'emanazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, meglio noto come 'Piano nomadi', il Consiglio di Stato ha 'accolto' i ricorsi dell'associazione per la difesa dei diritti dei rom - European Roma rights centre foundation - e due abitanti del campo Casilino 900 di Roma.

 

Il Consiglio di Stato, con sentenza depositata il 16 novembre "non si è limitato a rigettare il ricorso in appello della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero dell'Interno, del dipartimento della protezione civile e delle prefetture di Roma, Milano e Napoli contro la sentenza dell'1 luglio 2009 del Tar di Roma che aveva emesso un primo verdetto favorevole per l'Errcf.

I giudici di Palazzo Spada hanno infatti "accolto il controricorso della stessa associazione, non pienamente soddisfatta dalla pronuncia di primo grado che non aveva condiviso il rilievo della carenza di presupposti di fatto idonei a legittimare una declaratoria di emergenza e dei lamentati intenti di discriminazione etnica e/o razziale nei confronti della comunità rom".

Per il Consiglio di Stato "le motivazioni sono insufficienti per decretare lo stato di emergenza per un pericolo più paventato che realmente esistente".

Decadono, quindi, anche le ordinanze presidenziali di nomina dei commissari delegati per l'emergenza e tutti gli atti successivi. "Con la sentenza del 16 novembre, il Consiglio di Stato mette definitivamente fine all'emergenza rom.

Il Partito democratico ha sempre ribadito la non necessità di un regime commissariale per gestire una situazione che, sicuramente complessa, deve rientrare nelle capacità di governo della giunta capitolina".

E' quanto affermano Sergio Gaudio, responsabile del Forum Immigrazione del Pd di Roma, e Massimiliano Massimiliani, presidente della commissione provinciale Politiche sociali (Pd). "Inoltre la sentenza smaschera la propaganda vessatoria e strumentale perpetuata dal centrodestra, fin dalla campagna elettorale del 2008, nei confronti dei rom e che ha instaurato divisioni e contrapposizioni, spesso irragionevoli".

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