Lettera ad un giornalista distratto Resoconto della visita del Cardinal Vallini a Tor dé Cenci

Caro Fabio, sembra fatto apposta ma così non è. Mi trovo ancora una volta a dover polemizzare seppure con animo sereno sul tuo articolo relativo alle valutazioni sulle visite “importanti” al campo nomadi di Tor dé Cenci. Visite motivate fortemente a impedire che il campo venga chiuso e i suoi occupanti trasferiti, secondo il piano di Roma capitale, nel nuovo campo attrezzato di La Barbuta.

Ti do atto e ti ringrazio del fatto che hai evidenziato l’anomalia di due visite così “importanti”

riservate al campo e del contrappasso che il vasto quartiere ed i suoi numerosissimi abitanti non hanno avuto modo di ricevere. Già questo lascia perplessi. Diamine un’attenzione così stringente per il campo e non per il quartiere lascia perplessi.

Lo schieramento di associazioni è impressionante. Per caso “qualcuno” rischia di perdere qualcosa?

In occasione delle due visite hai evidenziato che il CdQ non era presente. Non era presente: primo perché nessuno si è premurato di invitarlo, secondo perché non intendiamo dare fiato ai difensori del mantenimento del campo che, dopo anni di assoluto silenzio, danno ora fiato alle trombe dell’integrazione e del diritto alla permanenza per salvaguardare la frequentazione dei minori alle scuole del quartiere. Anni in cui il campo è degradato a livelli indegni di un paese civile e dove neanche la tragica fine di una giovanissima vita innocente ha prodotto interventi di qualsivoglia rilievo.

Nell’ondata di buonismo travolgente che permea queste iniziative cogliamo un atteggiamento di assoluta ipocrisia. Difesa ad ogni costo e aperta derisione dei residenti nelle aree prospicienti il campo. Poi parole di comprensione e sostegno allorquando si incontrano coloro che da anni si battono perché cessi l’invalsa abitudine di provocare fumi notturni che ammorbano l’aria e impediscono di respirare, avvelenando polmoni e clima di convivenza ormai esasperato. Gli altri residenti si battono perché cessi l’altrettanto inveterata abitudine di svuotare i cassonetti dell’immondizia rovesciandone il contenuto in strada abbinata al saccheggio dei cassonetti della Caritas con dispersione, sempre in strada, dei capi non graditi ma che potrebbero essere utili a tanti bisognosi magari non rom. Per non parlare dell’assalto alle scuole soprattutto quelle dell’infanzia saccheggiate ed assediate.

 

LE GIUSTE ASPETTATIVE DEI RESIDENTI

Nessuno sembra voler dare ascolto a queste esigenze e taccia chi le prospetta di qualunquismo o peggio di razzismo.

Ecco perché i residenti di fronte alla prospettiva di veder risolti i propri problemi chiedono la chiusura del campo ed il trasferimento dei suoi residenti. Alla luce del sole senza manovre di seconda linea o complotti o fiancheggiamenti politici. Bianco o nero, azzurro o rosso, verde o giallo chiunque si fa carico di ascoltare le richieste di aiuto è ben accetto. Se poi qualcuno sceglie di schierarsi contro tali esigenze non può lamentarsi se non riceve consenso.

In un paese civile, quale purtroppo l’Italia non è, almeno una, se non tutte di concerto,  delle autorità preposte alla civile convivenza (evito di citare l’ordine pubblico, si potrebbe equivocare) si sarebbe preoccupata delle giuste lamentele dei cittadini ed avrebbe imposto il rispetto di leggi e regolamenti. Da noi invece non una delle autorità preposte, e sono una pletora, sembra avere competenza e volontà di impedire questi scempi quotidiani e, invocando la propria impotenza, chiede comprensione ai cittadini.

Siamo coscienti che il problema dei nomadi è complesso e non si risolve a colpi di interventi autoritari. Come siamo coscienti che non è spostando il problema in altro luogo che si trova la soluzione. Ma diciamolo ai residenti in prossimità del campo. Vedrai che la risposta è semplice e onesta. Se non c’è autorità in grado di far rispettare la legge, imponendo il rispetto delle regole, allora toglieteci il problema.

 

INTEGRAZIONE  E  SFRUTTAMENTO

Mi vien da ridere (di rabbia) a leggere certe pubbliche dichiarazioni. Filosoficamente encomiabili ma di difficile attuazione nella convivenza quotidiana. Integrazione, comprensione, impegno.

Quale integrazione? Alcuni minori che frequentano la scuola?  E le altre decine che vagano, sfruttate, per chiedere elemosina o mettere in atto scippi e furti?   E i furti dei tombini e dei coperchi dei contatori?    Cosa rappresentano, espressioni di stima nei nostri confronti?

 

DIRITTI  MA  ANCHE  DOVERI

E in nome di questa integrazione è legittimo calpestare i diritti dei comuni cittadini che hanno l’unica colpa di vivere nei pressi del campo o meglio hanno la sola colpa di credere nelle istituzioni e rispettano le leggi?

Quindi chi lancia oggi peana per queste illustri visite a sostegno della causa dei rom farà bene a far mente locale domani e dopodomani quando qualcuno gliene chiederà ragione presentandogli il conto.

Altrettanto dovrà preoccuparsi chi oggi continua a lanciare proclami di intervento e soluzione del problema e addossa la colpa del fallimento a un destino cinico e baro.

Entrambi questi schieramenti dovranno comunque spiegare perché non una delle molteplici forze della sicurezza operanti sul territorio riesce ad intervenire ponendo fine a questo scempio. Non crediamo assolutamente che i nostri ammirevoli rappresentanti della sicurezza siano incapaci. Hanno le mani legate da lacci e laccioli e nessuna direttiva di controllo costante dell’area del campo.

Colpa di chi?   Non certo dei cittadini residenti e neanche del CdQ.

 

ASSOCIAZIONI LOCALI  -  SANT’EGIDIO  -  CARITAS

A proposito di Chi c’era al campo e ha invitato, ieri  il ministro Riccardi e oggi  il Vicario del Pontefice.   Come ha spiegato le condizioni indegne in cui vivono gli occupanti?  

Si è premurato di far visionare le foto di come era ridotto il campo un mese fa ad appena una settimana da una pulizia straordinaria dell’AMA?

Ha raccontato che la scorsa settimana le stesse associazioni che oggi erano a ricevere il card. Vallini hanno provveduto ad una pulizia straordinaria, di cui non percepivamo la ratio ma la capiamo oggi, perché si era di nuovo superato il limite della tolleranza?

Ben felice di apprendere che queste persone si sono arricchite di un valore aggiunto dato dalla visita del card. Vallini e dal passo corposo realizzato con la sua presenza per sostenere la permanenza del campo.

Altrettanto non hanno potuto arricchirsi i cittadini che erano li a manifestare il proprio dissenso e che avrebbero voluto esprimere le proprie ragioni al cardinale. Non hanno potuto perché non erano stati invitati, al pari del CdQ, e perché nemmeno in delegazione lo hanno potuto avvicinare.

I “ragazzi” del centro sociale e alcuni rom glielo hanno impedito. Atteggiamento legittimo secondo loro perché il cardinale era li per i residenti del campo. Le vie del signore sono infinite si dice. Non per noi che non siamo riusciti ad incontrare il Vicario del Pontefice. La carità cristiana a volte si ferma.

 

IL  COMITATO  APOLITICO  E  GLI  ALTRI

Noi quando abbiamo organizzato il convegno sul campo nomadi abbiamo dato voce a tutti. Anche a quelli che ieri pomeriggio a fianco dei rom hanno impedito ad una delegazione di cittadini di avvicinare il card. Vallini.

 

ANCHE  I  CITTADINI  DI  TOR DE’ CENCI  HANNO  DIRITTO  DI  PAROLA

Ma, il Cardinal Vallini, aveva ormai compreso qual era la vera situazione del campo e ha avvisato il parroco di Tor dé Cenci don Cicero che, uscito dal campo, avrebbe ricevuto i cittadini in parrocchia. Così è stato.

In una saletta della parrocchia una ventina di residenti, alcuni del CdQ, hanno potuto conferire con il Cardinale.

Gli è stato fatto notare che era stato coinvolto, maldestramente, in una operazione che poco o nulla aveva di pastorale e che i fini che si proponevano, certe associazioni, erano di tutt’altro aspetto.

E’ stato ribadito che nessuno aveva avuto atteggiamenti razzisti e che la grande agitazione che, da alcuni anni, si è riscontrata tra la popolazione (di tutti i credo politici) è stata alimentata soprattutto dagli incedi di fili elettrici, copertoni, lavatrici, frigoriferi, ecc.  che liberano nell’atmosfera fumi densi di diossina, tanto acri che prendono la gola e nauseabondi.  Fumi che impediscono alla gente di aprire le finestre.

Alcuni hanno messo l’accento “sugli interessi delle associazioni” che orbitano intorno al campo e che quindi non vogliono il trasferimento per questo motivo, anche se lo ammantano con altri più nobili.

A queste ed ad altre domande ha poi risposto il Cardinale, che ha parlato di tolleranza nei confronti dei più bisognosi, ma ha ribadito con fermezza che i rom debbono osservare le leggi .

“la necessaria osservanza delle leggi, quale presupposto indispensabile per una più facile accoglienza da parte dei cittadini” 

Ha poi, più volte messo l’accento sul fatto che: “con la mia presenza non intendo, in alcun modo, interferire con i compiti spettanti alle Autorità competenti.”

 

Quindi nessuna indicazione né a favore, né contro il trasferimento dei Rom.

 

In conclusione ribadiamo che il CdQ opera le sue scelte in piena autonomia e ringrazia chi condivide le sue posizioni. Naturalmente, con chi ha idee diverse, ci confrontiamo quando ce ne viene dato modo.

   Cordialmente   Massimo Tesei   Vice Presidente del Comitato di Quartiere

 

Roma, 6 luglio 2012                                                               

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